Introduzione al PRIMO TESORO 1947 - 2006

di Tullio De Mauro

L'idea di preparare e pubblicare un vocabolario completo, una concordanza o thesaurus o index locorum, dei romanzi che hanno concorso negli anni al Premio Strega è nata tra 2002 e 2003. Eravamo già in vista delle celebrazioni del sessantesimo del Premio stesso, assegnato per la prima volta nell'assegnazione delle necessarie risorse finanziarie sui fondi cosiddetti dell'8 per mille. Con un dettagliato progetto di fattibilità la Fondazione richiese un contributo di 247.000 euro. Sapevamo che, se non tutto il meglio, certo una gran parte del meglio della prosa letteraria del Novecento è passata al vaglio del Premio ed è consegnata ai romanzi dei vincitori e di molti dei partecipanti. Fare dei romanzi un corpus, un insieme di testi trasposti su supporto elettronico, indicizzato e interrogabile attraverso le parole che vi appaiono, sembrava un modo non retorico di celebrare l'anniversario, rendendo un omaggio sia a quanto la migliore letteratura ha dato alla cultura italiana sia al significato ormai storico del Premio.

Nello stesso tempo realizzare l'impresa pareva che rendesse possibile integrare in modo consistente e su un terreno non banale le nostre conoscenze del lessico, della sintassi, delle variazioni dell'uso italiano contemporaneo elaborato e riflesso nelle opere di scrittrici e scrittori in una fase di cui forse non è ancora chiara la portata epocale: un popolo di senza scuola (il 58,2% degli adulti negli anni Cinquanta era privo anche della sola licenza elementare) ha quadruplicato i suoi livelli di istruzione; una società a base agricola si è industrializzata e poi trasformata in una società di servizi; un popolo per cui l'uso abituale della lingua nazionale era ristretto, negli stessi anni Cinquanta, a percentuali non superiori al 18% e i molti dialetti erano l'unico strumento di comunicazione parlata si è conquistato al 95% il diritto di parlare la lingua nazionale, pur serbando accanto ad essa, per il 60%, la capacità d'usare uno dei dialetti.

Nessun paese europeo e del Nord del mondo ha compiuto così rapidamente un cammino altrettanto lungo. Che parte ha avuto la letteratura in prosa in questo cammino, in che misura vi ha concorso, quanto lo ha registrato, è ciò che questo Primo Tesoro potrà aiutare a comprendere.

Fin dall'inizio pareva chiaro che l'indicizzazione completa del vocabolario dei romanzi avrebbe aperto la via a studi ulteriori, non strettamente linguistici, ma di content analysis: studi che individuino quali temi ha privilegiato la nostra prosa letteraria, come li ha prospettati, come ha partecipato, non solo linguisticamente, alla vita nazionale. Né basta: pur meno della poesia, anche la prosa letteraria del Novecento è stata oggetto di pregevoli analisi critico-letterarie svolte sulla base di considerazioni linguistiche forzatamente non esaustive. Chi in ciò è impegnato troverà in questo Primo Tesoro occasioni di riflessioni critiche verificabili anche sulla base di aspetti rilevati sistematicamente. Anche pensando a questa molteplicità di analisi e utilizzazioni, fin dall'inizio abbiamo scelto il titolo di tesoro per il lavoro che si profilava.

Per realizzare l'idea il consiglio scientifico della Fondazione Bellonci elaborò un progetto che fu approvato dal consiglio di amministrazione e che il presidente della Fondazione, Antonio Maccanico, presentò nel 2003 alla Presidenza del Consiglio dei ministri chiedendo l'assegnazione delle necessarie risorse finanziarie sui fondi cosiddetti dell'8 per mille. Con un dettagliato progetto di fattibilità la Fondazione richiese un contributo di 247.000 euro. Il finanziamento accordato è stato di 178.000 euro. Ciò ha costretto a ridimensionare alquanto la proposta iniziale: prevedevamo e speravamo di includere nel tesoro 240 romanzi, i sessanta vincitori e altri tre per ciascun anno. Invece abbiamo dovuto limitare a cento il numero di romanzi da considerare: i sessanta vincitori, da Tempo di uccidere di Ennio Flaiano a Caos calmo di Sandro Veronesi, più una selezione di altri 40 romanzi. Selezione forzatamente severa compiuta anzitutto col conforto di quella preparata a suo tempo da Geno Pampaloni. Su essa è intervenuta anche con valutazioni e suggerimenti la casa editrice UTET, che intanto aveva preso a condividere il progetto.

La UTET, come si sa, è impegnata dalle sue origini nell'attività lessicografica, oltre che generalmente editoriale, e ha apprezzato immediatamente gli aspetti lessicografici del progetto, anche in vista di ciò che poteva venirne di integrazioni a eventuali aggiornamenti in due direzioni: i possibili futuri aggiornamenti della sua opera lessicografica maggiore, il Grande Dizionario della Lingua Italiana ideato e dapprima diretto da Salvatore Battaglia, portato poi a termine con la direzione di Giorgio Bárberi Squarotti (21 volumi, 1960-2002), cui si è aggiunto nel 2004 un supplemento curato da Edoardo Sanguineti; e una nuova edizione, già progettata, del GRADIT (v. oltre nota 10). Inoltre la UTET ha assunto il progetto lessicografico nella cornice di una più ampia impresa editoriale: la pubblicazione in edizione speciale dei cento romanzi di cui si accennava. E sulla scelta dei quaranta non vincitori, tra i centottanta già selezionati dalla Fondazione, la UTET ha avuto ovviamente voce in capitolo badando a giuste esigenze editoriali.

L'apporto UTET è stato significativo anche per altri aspetti: la decisione di pubblicare il tesoro in forma di DVD come parte integrante della collana dei cento romanzi; il supporto della sua redazione lessicografica (Renzo Ambrogio, Silvano Laboranti) alla preparazione dei lemmi del tesoro; l'integrazione finanziaria alla retribuzione delle persone che hanno lavorato, come poi si dirà, alla lemmatizzazione dei testi; infine, il decisivo superamento delle questioni di diritto d'autore che avrebbero potuto sorgere con più d'un editore stante il fatto che, sia pure per contesti separati e ripetitivi per ciascun vocabolo, un tesoro, una concordanza, ripropone testi d'autore, anche se in forma ristrutturata e fruibile non per la lettura ma solo per scopi di studio e ricerca. Grazie a UTET nella acquisizione dei diritti per l'edizione speciale è stata inclusa la realizzazione delle concordanze delle singole opere. Proprio questioni di diritti hanno rallentato la produzione di concordanze di scrittori contemporanei.

Grazie a UTET, dopo tante meritorie imprese per la letteratura del passato, a partire, cronologicamente, dal già citato TLIO, dalle concordanze pionieristiche della Commedia prodotte negli anni sessanta dalla IBM, fino ai pregevoli indici della Letteratura Italiana Zanichelli, è stato possibile avviare e portare a termine in due anni questo Primo tesoro di una parte significativa della prosa italiana recente.

Sulla base del progetto ridimensionato per ragioni finanziarie il corpus è costituito dunque dai sessanta romanzi vincitori del Premio Strega più altri quaranta. Molti romanzi sono stati editi più volte e la scelta è stata di acquisire al corpus le prime edizioni originali. Li elenchiamo qui di seguito in ordine cronologico di anno di partecipazione al premio, in genere coincidente con l’anno di prima edizione. Per ciascun anno, in caso di più autori elencati, il primo è il vincitore del premio, gli altri sono partecipanti. Come si è accennato, quasi sempre l’anno di prima edizione coincide con l’anno del premio, il cui regolamento però ammette a concorrere anche romanzi apparsi nella seconda metà dell’anno precedente.

1947

Ennio Flaiano
Tempo di uccidere
Longanesi, Milano 1947

Giuseppe Berto
Il cielo è rosso
Longanesi, Milano 1947

1948

Vincenzo Cardarelli
Villa Tarantola
Edizioni della Meridiana, Milano 1947

Anna Banti
Artemisia
Sansoni, Firenze 1947

Aldo Palazzeschi
I fratelli Cuccoli
Vallecchi, Firenze 1948

1949

Giovanni Battista Angioletti
La memoria
Bompiani, Milano 1949

Vasco Pratolini
Un eroe del nostro tempo
Bompiani, Milano 1949

Elio Vittorini
Le donne di Messina
Bompiani, Milano 1949

1950

Cesare Pavese
La bella estate
Einaudi, Torino 1950

Italo Calvino
Ultimo viene il corvo
Einaudi, Torino 1949

Curzio Malaparte
La pelle
Aria d’Italia, Roma-Milano 1949

1951

Corrado Alvaro
Quasi una vita
Bompiani, Milano 1951

Carlo Levi
L’orologio
Einaudi, Torino 1950

Alberto Moravia
Il conformista
Bompiani, Milano 1951

1952

Alberto Moravia
I racconti
Bompiani, Milano 1952

Italo Calvino
Il visconte dimezzato
Einaudi, Torino 1952

1953

Massimo Bontempelli
L’amante fedele
Mondadori, Milano 1953

Silvio D’Arzo
Casa d’altri
Sansoni, Firenze 1953

Mario Rigoni Stern
Il sergente nella neve
Einaudi, Torino 1953

Carlo Emilio Gadda
Novelle dal ducato in fiamme
Vallecchi, Firenze 1953

1954

Mario Soldati
Lettere da Capri
Garzanti, Milano 1954

1955

Giovanni Comisso
Un gatto attraversa la strada
Mondadori, Milano 1954

Beppe Fenoglio
La malora
Einaudi, Torino 1954

Pier Paolo Pasolini
Ragazzi di vita
Garzanti, Milano 1955

1956

Giorgio Bassani
Cinque storie ferraresi
Einaudi, Torino 1956

1957

Elsa Morante
L’isola di Arturo
Einaudi, Torino 1957

1958

Dino Buzzati
Sessanta racconti
Mondadori, Milano 1958

1959

G. Tomasi di Lampedusa
Il gattopardo
Feltrinelli, Milano 1958

Ottiero Ottieri
Donnarumma all’assalto
Bompiani, Milano 1959

Giuseppe Testori
Il ponte della Ghisolfa
Feltrinelli, Milano 1958

Pier Paolo Pasolini
Una vita violenta
Garzanti, Milano 1959

1960

Carlo Cassola
La ragazza di Bube
Einaudi, Torino 1960

Alberto Arbasino
L’Anonimo lombardo
Feltrinelli, Milano 1959

1961

Raffaele La Capria
Ferito a morte
Bompiani, Milano 1961

Leonardo Sciascia
Il giorno della civetta
Einaudi, Torino 1961

1962

Mario Tobino
Il clandestino
Mondadori, Milano 1962

Lucio Mastronardi
Il maestro di Vigevano
Einaudi, Torino 1962

1963

Natalia Ginzburg
Lessico famigliare
Einaudi, Torino 1963

Primo Levi
La tregua
Einaudi, Torino 1963

1964

Giovanni Arpino
L’ombra delle colline
Mondadori, Milano 1964

1965

Paolo Volponi
La macchina mondiale
Garzanti, Milano 1965

Goffredo Parise
Il padrone
Feltrinelli, Milano 1965

1966

Michele Prisco
Una spirale di nebbia
Rizzoli, Milano 1966

Luigi Malerba
Il serpente
Bompiani, Milano 1966

1967

Anna Maria Ortese
Poveri e semplici
Vallecchi, Firenze 1967

Goliarda Sapienza
Lettera aperta
Garzanti, Milano 1967

1968

Alberto Bevilacqua
L’occhio del gatto
Rizzoli, Milano 1968

1969

Lalla Romano
Le parole tra noi leggere
Einaudi, Torino 1969

Piero Chiara
L’uovo al cianuro
Mondadori, Milano 1969

1970

Guido Piovene
Le stelle fredde
Mondadori, Milano 1970

1971

Raffaello Brignetti
La spiaggia d’oro
Rizzoli, Milano 1971

1972

Giuseppe Dessì
Paese d’ombre
Mondadori, Milano 1972

1973

Manlio Cancogni
Allegri, gioventù
Rizzoli, Milano 1973

1974

Guglielmo Petroni
La morte del fiume
Mondadori, Milano 1974

Achille Campanile
Gli asparagi e l’immortalità dell’anima
Rizzoli, Milano 1974

1975

Tommaso Landolfi
A caso
Rizzoli, Milano 1975

1976

Fausta Cialente
Le quattro ragazze Wieselberger
Mondadori, Milano 1976

1977

Fulvio Tomizza
La miglior vita
Rizzoli, Milano 1977

1978

Ferdinando Camon
Un altare per la madre
Garzanti, Milano 1978

Carmelo Samonà
Fratelli
Einaudi, Torino 1978

1979

Primo Levi
La chiave a stella
Einaudi, Torino 1978

1980

Vittorio Gorresio
La vita ingenua
Rizzoli, Milano 1980

Francesca Sanvitale
Madre e figlia
Einaudi, Torino 1980

1981

Umberto Eco
Il nome della rosa
Bompiani, Milano 1981

1982

Goffredo Parise
Sillabario n. 2
Mondadori, Milano 1982

Andrea De Carlo
Uccelli da gabbia e da voliera
Mondadori, Milano 1982

1983

Mario Pomilio
Il Natale del 1833
Rusconi, Milano 1983

1984

Pietro Citati
Tolstoj
Longanesi, Milano 1983

1985

Carlo Sgorlon
L’armata dei fiumi perduti
Mondadori, Milano 1985

1986

Maria Bellonci
Rinascimento privato
Mondadori, Milano 1985

Marta Morazzoni
La ragazza col turbante
Longanesi, Milano 1986

1987

Stanislao Nievo
Le isole del paradiso
Mondadori, Milano 1987

Claudio Magris
Danubio
Garzanti, Milano 1986

1988

Gesualdo Bufalino
Le menzogne della notte
Bompiani, Milano 1988

1989

Giuseppe Pontiggia
La grande sera
Mondadori, Milano 1989

Roberto Calasso
Le nozze di Cadmo e Armonia
Adelphi, Milano 1988

Salvatore Mannuzzu
Procedura
Einaudi, Torino 1988

Clara Sereni
Manicomio primavera
Giunti, Firenze 1989

1990

Sebastiano Vassalli
La chimera
Einaudi, Torino 1990

1991

Paolo Volponi
La strada per Roma
Einaudi, Torino 1991

Susanna Tamaro
Per voce sola
Marsilio-Baldini, Venezia-Milano 1991

1992

Vincenzo Consolo
Nottetempo, casa per casa
Mondadori, Milano 1992

Elena Ferrante
L’amore molesto
e/o, Roma 1992

1993

Domenico Rea
Ninfa plebea
Leonardo, Milano 1992

1994

Giorgio Montefoschi
La casa del padre
Bompiani, Milano 1994

1995

Mariateresa Di Lascia
Passaggio in ombra
Feltrinelli, Milano 1995

1996

Alessandro Barbero
Bella vita e guerre altrui di Mr. Pyle, gentiluomo
Mondadori, Milano 1995

1997

Claudio Magris
Microcosmi
Garzanti, Milano 1997

Eraldo Affinati
Campo del sangue
Mondadori, Milano 1997

1998

Enzo Siciliano
I bei momenti
Mondadori, Milano 1997

1999

Dacia Maraini
Buio
Rizzoli, Milano 1999

Giuseppe Montesano
Nel corpo di Napoli
Mondadori, Milano 1999

2000

Ernesto Ferrero
N.
Einaudi, Torino 2000

2001

Domenico Starnone
Via Gemito
Feltrinelli, Milano 2000

2002

Margaret Mazzantini
Non ti muovere
Mondadori, Milano 2002

Ermanno Rea
La dismissione
Rizzoli, Milano 2002

2003

Melania Mazzucco
Vita
Rizzoli, Milano 2003

2004

Ugo Riccarelli
Il dolore perfetto
Mondadori, Milano 2004

2005

Maurizio Maggiani
Il viaggiatore notturno
Feltrinelli, Milano 2005

2006

Sandro Veronesi
Caos calmo
Bompiani, Milano 2006

Il corpus dei cento romanzi ha un’estensione di 8.076.576 occorrenze di “parole” nel senso informatico (blocchi alfanumerici, di cifre e lettere, tra due bianchi o segni di interpunzione), cioè, in termini linguistici, di altrettante forme. A partire dalle occorrenze sono state individuate nei testi le occorrenze (ripetizioni) di 157.670 diverse forme tipo (oltre le forme di parti del discorso invariabili e nomi propri ecc., le diverse forme di aggettivi, sostantivi, verbi ecc.). Queste sono state lemmatizzate, cioè ricondotte al loro lemma di riferimento, e ciò in parte automaticamente, con un programma che può ricondurre le forme flesse italiane ai lemmi di un dizionario monovolume che si è potuto assumere nel programma, in parte manualmente (facendo riferimento anche ai lemmi del GRADIT per quelli già in esso presenti oppure postulando lemmi nuovi italiani o, all’occorrenza, di altre lingue e dialetti). In tal modo dai testi sono stati estratti 94.254 lemmi che sono registrati e ordinati alfabeticamente nel nostro tesoro, accompagnati dai contesti in cui appaiono.

Un dato che dà conto non soltanto della laboriosità delle operazioni di lemmatizzazione, ma è in sé significativo di un aspetto generale è l’elevato numero di forme riconducibili a più di un lemma che, in quanto omografe, vanno disambiguate per individuare l’appropriato lemma di appartenenza. Nel corpus sono oltre 5 milioni, pari al 62,09% delle occorrenze.

La percentuale resta alta anche se si tiene conto che per circa un quarto gli omografi sono forme verbali riconducibili a un verbo pronominale (sento in mi sento, me la sento) o semplice (sento qualcuno). Ciò conferma che la ricezione delle parole in italiano come nelle altre lingue non avviene mai parola per parola, linearmente, ma, per una buona metà dei casi, con un procedimento di ricollocazione della parola nel co-testo anteriore e seguente per poterla, come si suole dire, disambiguare.

Non tutti i lemmi del tesoro sono parole in senso usuale, vocaboli.
Come potrà vedersi, nel lemmario del tesoro sono catalogati, categorizzati e contestualizzati molti materiali di varia natura, che si possono trovare nei testi, dai simboli ideografici ai numeri e alle date ecc. Più precisamente tra i 94.254 lemmi figurano 26.542 “nomi propri”. Abbiamo chiamato così, con una classificazione generica e di comodo, un insieme eterogeneo, solo in parte fatto da nomi propri stricto sensu. 12.285 sono antroponimi (first o family names), nomi propri di personaggi storici, reali, o, più spesso, di personaggi fittizi: tra di essi 1.656 sono ipocoristici o vezzeggiativi, soprannomi, cinonimi e altri zoonimi propri, 6.490 sono nomi geografici (di località, regioni, paesi) e toponimi (odonimi, plateonimi ecc.), 3.440 sono nomi di istituzioni, partiti politici, associazioni ecc., 2.503 sono titoli di libri, film, opere, 1.824 sono crononimi (date, orari).

Vi sono inoltre 49 simboli, 102 sigle, 132 abbreviazioni e 2 acronimi che possono trovarsi anche nel GRADIT. Vi sono poi 1.225 cifre e aggettivi numerali ordinali o cardinali (espressi nei testi ora in parole-numero ora in cifre arabe o romane), 14 ideogrammi e 25 tra prefissi, confissi e suffissi.

Infine abbiamo categorizzato come “altro” un ulteriore insieme eterogeneo: 229 parole inventate, come se ne trovano in Buzzati (affioriccio, ganolsi ecc.), giocose, come nel baco del calo del malo, beco del chelo del melo ecc. evocato da Natalia Ginzburg. Ancora: abbiamo lemmatizzato come “locuzioni” senz’altra aggiunta (da non confondere con le locuzioni polirematiche verbali, sostantivali ecc. di cui diremo oltre), e cercato di sciogliere alcune (59) concrezioni per lo più dialettali, tipo figliesfaccimm o altre anche più complesse care all’inventiva napoletana e affioranti specialmente in Via Gemito di Domenico Starnone. In complesso, occorre sottrarre alla cifra complessiva di 94.254 lemmi tali 28.379 lemmi per circoscrivere quei lemmi che corrispondano a vocaboli italiani o dialettali o d’altre lingue straniere e che risultano quindi 65.875.

Nel lemmario i dialettalismi sono 3.688 e coprono lo 0,24% delle occorrenze complessive. Dominano le parole romanesche, 1.436 con il 65,69% delle occorrenze dialettali, seguono napoletanismi e parole “laziali” (in larga parte ciociare), 912 con il 19,49% delle occorrenze, e parole venete, 242 con 5,09% delle occorrenze. Più rari gli altri dialetti. I regionalismi sono 943 e coprono lo 0,04% delle occorrenze.
Vi prevalgono i settentrionalismi, 338, seguono i regionalismi meridionali, 231, i toscanismi, 196, i regionalismi di area romano-centrale, 178.

Più folta è la quantità di lemmi marcati come esotismi.
Sono nel complesso 8.803, occorrono ciascuno abbastanza raramente e coprono nel complesso lo 0,43% del totale delle occorrenze. Tra i quasi novemila lemmi marcati come esotismi spiccano i latinismi, 1.983, che coprono 5.313 occorrenze. Le occorrenze di latinismi si addensano nel Nome della rosa di Eco (1.965) e nella Chimera di Vassalli (826).

29.701 occorrenze sono occupate da altri esotismi: dominano i francesismi con 11.647 occorrenze (1.340 in Bella vita e guerre altrui di Mr. Pyle, gentiluomo di Barbero, 1.338 nella Pelle di Malaparte, 1.174 nell’Anonimo lombardo di Arbasino, 1.090 nelle Isole del paradiso di Nievo¸602 nel Tolstoj di Citati), seguono 7.990 occorrenze di anglismi (1.920 nella Pelle, 980 in Vita di Mazzucco, 739 nell’Anonimo lombardo, 414 in Lettere da Capri di Soldati), 3.159 tedeschismi (847 ne I bei momenti di Siciliano, 768 in Danubio di Magris, 225 in Campo del sangue di Affinati, 123 nella Tregua di Primo Levi, 114 in Microcosmi di Magris, 96 in Bella vita e guerre altrui di Mr. Pyle, gentiluomo), 2.424 russismi (concentrati in Tolstoj di Citati, 1.662, L’armata dei fiumi perduti di Sgorlon, 339, La tregua di Primo Levi, 105), alcune centinaia di ispanismi e altri vocaboli di lingue meno rappresentate.

Come nel GRADIT, in questo Primo Tesoro le polirematiche (o lessemi complessi) sono incassate sotto il lemma del primo lessema che le compone. Le polirematiche, a parte le grammaticali (accanto a, nei pressi di, dal momento che ecc.), come è noto caratterizzano gli usi o colloquiali o tecnici della lingua. Nel corpus le occorrenze complessive sono 214.774, riconducibili a 12.916 tipi di polirematica, con un’incidenza di circa tre polirematiche ogni cento parole. Se si tiene conto del fatto che in gran parte si tratta di polirematiche grammaticali, il ricorso a queste strutture appare modesto ed è sintomo di una certa distanza, oltre che dai linguaggi tecnici, dalla colloquialità.

Come anche a molto dell’eterogeneo materiale appena ricordato, anche ai 65.875 vocaboli abbiamo applicato le categorizzazioni lessico-grammaticali elaborate nel GRADIT

sostantivi

34.056

avverbi

2.528

aggettivi

14.968

congiunzioni

242

pronomi

393

articoli

102

verbi

10.277

fonosimboli

268

participi passati

2.130

preposizioni

263

participi presenti

220

interiezioni

371

Vi sono inoltre 57 “forme frequenti” non assegnabili automaticamente a una sola categoria grammaticale.

I dizionari sono tutti forzatamente selettivi rispetto alla numerosità del lessico realmente in uso in una lingua. Si tratta di numeri che oggi sappiamo essere dell’ordine di milioni, anche una volta messi da parte gli occasional words. Inoltre, lo spoglio di testi, anche tra quelli assunti a fonte dei dizionari, è stato fino ad anni recenti fondato in gran parte su letture accorte, ma artigianali, prive del sussidio di spogli sistematici di cui oggi, grazie all’informatizzazione, cominciamo a disporre. Tuttavia, proprio per i testi del secondo Novecento, le difficoltà di natura giuridica cui abbiamo accennato più su avevano impedito finora spogli sistematici. Di conseguenza la costruzione di questo nostro tesoro, con la sistematicità del reperimento di forme e lemmi nei cento testi Strega, ha portato a individuare e a includere nel nostro lemmario molto materiale lessicale finora assente nei dizionari. Chi consulterà gli oltre 94.000 lemmi potrà rendersene conto analiticamente. Diamo qui alcuni elementi di sintesi.

Si troveranno a loro luogo nel lemmario i vocaboli costitutivi delle inflorescenze lessicali di cui si adornano le pagine di diversi scrittori sedotti, forse, dalla memoria di una grande pagina manzoniana, il “po’ di schizzo” della vigna di Renzo (Promessi Sposi, cap. XXIII, 642-43): tali gli accumuli di nomi locali di frutti di mare in Ferito a morte di Raffaele La Capria (marvizzo ecc.), di denominazioni medievali di vagabondi o di mostri o segni dello zodiaco (protobianti, mon, tonte, piron ecc.) nelle pagine del Nome della rosa di Umberto Eco, di nomi di uccelli negli Uccelli da gabbia e da voliera di Andrea De Carlo, di nomi di monete danubiane nel Danubio di Claudio Magris (galbeno, leu, ortul, pitak ecc.), di sinonimi vernacoli scherzosi e offensivi in N. di Ernesto Ferrero (candullona, quenca, sguerula ecc.) e formazioni scherzose come l’acquasantadotto di Campanile. Qualche interesse hanno le non rare varianti grafiche o fonico-grafiche (accecatoaccomiatarsi, blitiri, inalzarsi, racapezzarsi), talora arcaizzanti (fulgurazione), i molti trattinati (adulto-bambino) e gli sforzi di trascrizione di fonosimboli. Interesse morfolessicale hanno i molti participi presenti con valore aggettivale, diminutivi e accrescitivi non sempre registrati nel GRADIT, parecchi verbi cosiddetti sovrabbondanti non standard (aggrinzire o brunare per aggrinzare e brunire), il ricorso, comune nel giornalismo, a neoformazioni con anti-auto-psico-semi- severamente filtrate nel GRADIT e depositate nella banca dati. Tuttavia lo spoglio sistematico ha consentito di individuare numerosi vocaboli che meritano ospitalità nei dizionari, forse anche in quelli di dimensioni più modeste del GRADIT. Ne diamo qui un elenco. Le parole sono accompagnate, ove opportuno, da notazioni come nelle norme del GRADIT.

  • abboccolato p.pass., agg. [2003, M. Mazzucco,“Vita”; der. di un abboccolare da boccolo] inanellato in boccoli
  • abbrividente p.pres., agg. [1949, I. Calvino, “Ultimo viene il corvo”, 1992, V. Consolo, “Nottetempo, casa per casa”; der. di abbrividire, v. tr.] che dà brividi, che fa rabbrividire
  • abbrunirsi v.pronom.intr. [1997, C. Magris, “Microcosmi”; der. di abbrunire] diventare bruno
  • algolalia s.f. [1999, D. Maraini, “Buio”; comp. di algo- -lalia] disturbo doloroso della parola
  • anisocorico agg. [2002, M. Mazzantini, “Non ti muovere”; der. di isocoria con 1a- 1-ico] che ha diverso diametro delle pupille
  • antipsicologismo s.m. [1951, C. Alvaro, “Quasi una vita”; der. di psicologismo con 1anti-] avversione a interpretare o rappresentare l’esistente secondo le categorie della psicologia
  • bordighiano agg., s.m. [2001, D. Starnone, “Via Gemito”; der. di Bordiga con -iano] comunista estremista, seguace, spec. intorno al 1920, del politico napoletano Amedeo Bordiga (1889-1970)
  • borusso agg., s.m. [1996, A. Barbero, “Bella vita e guerre altrui di Mr. Pyle, gentiluomo”; dal lat. mediev. Borussus] che, chi appartiene alla popolazione di lingua baltica della Prussia orientale
  • bradipnoico agg. [2002, M. Mazzantini, “Non ti muovere”; comp. di bradi- e del gr. pno(ié) “respiro” con 1-ico] relativo a bradipnea, rallentamento anomalo della respirazione
  • clericofascista agg., s.m. e f. [1956. G. Bassani, “Cinque storie ferraresi”; comp. di cleric(ale) fascista] agg. relativo al clericofascismo; di impronta clericale e fascista: atteggiamento c. | agg., s.m. e f. che, chi professa un’ideologia di tipo clericale e fascista
  • echeggiante p. pres., agg. 1 p.pres. echeggiare 2 CO agg. [1985, M. Bellonci, “Rinascimento privato”] di luogo, adatto a echeggiare | estens., di discorso, che ripete, riecheggia: un intervento e. i precedenti; che si ispira: un testo e. di motivi patriottici e religiosi
  • economessa s.f. BU [1953, C. E. Gadda, “Novelle dal ducato in fiamme”; der. di economo con -essa] economa
  • effiorescenza s.f. TS bot., mineral. [1987, S. Nievo, “Le isole del paradiso”; der. dal lat. scient. efflorescentia] efflorescenza
  • egofonico agg. TS med. [1953, C. E. Gadda, “Novelle dal ducato in fiamme”: der. di egofonia con -ico] di voce, nasale, belante
  • eiaculatio praecox /ejaku'lattsjo 'prεkoks/ loc.s.f.inv., lat. TS med. [1987, S. Nievo “Le isole del paradiso”; lat. scient. eiaculatio praecox] eiaculazione precoce.
  • elettrifero agg. BU [1987, S. Nievo, “Le isole del paradiso”; comp. di elettro- e -fero] di attrezzatura, che porta, trasporta elettricità
  • elicito /e'litʃito/ agg. TS filos. [1980, U. Eco, “Il nome della rosa”; dal lat. el˘ic˘itu(m), der. di elice˘re, comp. di e- “fuori da” e lace˘re “estrarre, strappare”] assolutamente manifesto
  • enfatizzante p.pres., agg. [1953, C. E. Gadda, “Novelle dal ducato in fiamme”] 1 p.pres., agg. enfatizzare 2 agg., anche ass., che sottolinea con enfasi, enfatico: una costruzione sintattica e.un oratore e.
  • epicizzare v.tr. e intr. [1986, C. Magris, “Danubio”; der. di epico con -izzare] v.tr. rendere epico, trattare con lo stile dell’epica: e. un racconto in sé banale v.intr. atteggiarsi con lo stile dell’epica
  • epigona /e'pigona/ s.f. BU [1987, S. Nievo, “Le isole del paradiso”; femm. di epigono] imitatrice, scrittrice, autrice che imita con scarsa originalità il modello cui si ispira
  • epigonale agg. BU [1986, C. Magris, “Danubio”; der. di epigono con -ale] da, di epigono
  • epurando agg., s.m. [1951, C. Alvaro, “Quasi una vita”; der. di epurare con -ando] che, chi è soggetto a un processo di epurazione
  • erastés s.m.inv., gr.ant. [1988, R. Calasso, “Le nozze di Cadmo e Armonia”; gr. ant. erastés “amante”, der. di eráo “io amo”] nella mitologia e cultura della Grecia antica, l’amante.
  • eromenos /e'romenos/ s.m.inv., gr.ant. [1988, R. Calasso, “Le nozze di Cadmo e Armonia”; gr. erómenos “l’amato”, propr. p.pres. passivo di eráo “io amo”] nella mitologia e cultura della Grecia antica, l’amato. GRAMM. raro pl. erómenoi
  • esoterista agg., s.m. e f. BU [1999, G. Montesano, “Nel corpo di Napoli”; der. di esoter(ismo) con -ista] spreg., che, chi pratica riti misteriosi
  • esterrefazione s.f. BU [1949, V. Pratolini, “Un eroe del nostro tempo”; der. del lat. exterrere e il segmento -fazione di stupefazione] stupefazione
  • esse-esse s.m. e f. inv. [1974, A. Campanile, “Gli asparagi e l’immortalità dell’anima”] à SS
  • eterodipendenza s.f. TS psicol. [1989, G. Pontiggia, “La grande sera”; comp. di etero- 1dipendenza] dipendenza dagli altri o da ciò che è posto al di fuori di sé
  • evocabile agg. [1988, R. Calasso, “Le nozze di Cadmo e Armonia”] che può essere evocato
  • extraterreno agg. [1969, L. Romano, “Le parole tra noi leggere”] extraterrestre; ultraterrestre
  • fabbro carraio s.m. [1977, F. Tomizza, “La miglior vita”] fabbro che costruisce o ripara le parti in metallo di carri e carrozze
  • fabulistico agg. [1998, E. Siciliano, “I bei momenti”] inventivo, narrativo
  • farfalleggiante agg. [1995, G. Comisso, “Un gatto attraversa la strada”] di gusto, vestiario, frivolo, lezioso
  • favalessa /fava'lessa/ s.f. BU [2000, M. Mazzantini, “Non ti muovere”; comp. di fava lesso] gerg., persona ignorante, sciocca
  • ferramentoso agg. [1968, A. Bevilacqua, “L’occhio del gatto”] ferroso
  • ferriata s.f. [1953 C. E. Gadda, “Novelle dal ducato in fiamme”] inferriata
  • fetare v.intr. RE merid. [1965, P. Volponi, “La macchina mondiale”] puzzare, fetere
  • fiammula s.f. [1992, V. Consolo, “Nottetempo casa per casa”] fiammella
  • filoturco agg., s.m. [1986, C. Magris, “Danubio”] agg. politicamente e culturalmente favorevole alla Turchia | agg., s.m. che, chi è politicamente e culturalmente favorevole alla Turchia
  • flading s.m. TS chim., fis. [1978, P. Levi, “La chiave a stella”; grafia e pronuncia ipercorrette dell’ingl. flooding] fluidificazione
  • flambeau s.m. [1989, S. Mannuzzu, “Procedura”] fiaccola, torcia
  • flâneur s.m. [1986, C. Magris, “Danubio”] pigro, sfaccendato, bighellone
  • francesità s.f. [2000, E. Ferrero, “N. ”] carattere ritenuto, anche ster., tipico della vita, della storia e della cultura dei francesi e della Francia
  • franfellicco DI napol. [1993, D. Rea, “Ninfa plebea”] 1 bastoncino di zucchero caramellato 2 ciondolo, pendente | estens., persona di poco conto
  • frassignuolo s.m. [2000, E. Ferrero, “N. ”] bagolaro
  • fratacchione s.m. [1990, S. Vassalli, “La chimera”] scherz., frate
  • friulanità s.f. [1997, C. Magris, “Microcosmo”] l’insieme dei caratteri e degli aspetti che tradizionalmente, anche ster., sono ritenuti tipici del Fiuli e dei suoi abitanti
  • frugonico agg. [1953, C. E. Gadda, “Novelle dal ducato in fiamme”] frugoniano
  • frustaneo agg. [1988, G. Bufalino, “Le menzogne della notte”; dal lat. mediev. frustaneus der. di frust(r)a “invano” col suff. -aneus “-aneo”] inutile, vano
  • fumiggine s.f. [1992, V. Consolo, “Nottetempo, casa per casa”; der. di fumo col segmento -iggine di fuliggine] tracce di fumo
  • fumigoso agg. [1958, D. Buzzati, “Sessanta racconti”; der. di fumigare con -oso] pieno di fumo
  • fusare v.intr. [1957, E. Morante, “L’isola di Arturo”, der. di fusa con 1-are] fare le fusa
  • fusella s.f. [1966, L. Malerba, “Il serpente”] fusello
  • gastroprotettore agg. TS med. [2002, M. Mazzantini, “Non ti muovere”] di sostanza che protegge l’apparato gastrico stimolandone il buon funzionamento; anche s.m.
  • gavettata s.f. [1949, I. Calvino, “Ultimo viene il corvo”] quantità di cibo contenuta in una gavetta
  • gemmatura s.f. [1985, M. Bellonci, “Rinascimento privato”, der. di gemmare] il gemmare e il suo risultato | preziosità
  • Ghigo s.m. DI roman. [1955, P. P. Pasolini, “Ragazzi di vita”; propr. dim. di Enrico] nella loc. agg. alla Ghigo, di capelli pettinati stretti sulle tempie e sulla nuca, dove si incontrano le due bande, e ricadenti sulla fronte con un ciuffo a punta | loc. avv., con tale pettinatura
  • giarno agg. DI sicil. [1992, V. Consolo, “Nottetempo, casa per casa”; sicil. giarnu, dal fr. ant. jalne, v. giallo] giallo, pallido, spec. di persona
  • giarnuso agg. DI sicil. [1992, V. Consolo, “Nottetempo, casa per casa”; sicil. giarnusu, der. di giarnu, v. giarno] pallido, spec. di persona
  • gibutino agg., s.m. TS etn. [1980, F. Sanvitale, “Madre e figlia”; der. di Gibuti, nome della città e dell’omonima repubblica dell’Africa Orientale con -ino] di Gibuti, nativo di Gibuti
  • gilecco s.m. DI sicil. [1992, V. Consolo, “Nottetempo, casa per casa”; sicil. gileccu, dallo sp.ant. gileco “casacca”, v. gilet] casacca, gilet
  • girl-friend s.f. ES ingl. [1954, M. Soldati, “Lettere da Capri”] fidanzata, innamorata
  • girottolare v.intr. [1962, M. Tobino, “Il clandestino”; der. di giro con -otto2-olo 1-are] gironzolare
  • giustiziando agg., s.m. [1956, G. Bassani, “Cinque storie ferraresi”; der. di giustiziare con -ando ] che, chi deve essere giustiziato
  • greppata s.f. BU [1965, P. Volponi, “La macchina mondiale”; der. di greppo con -ata] greppo, dirupo
  • griderellare v.intr. [1949, G. B. Angioletti, “La memoria”; der. di grido con -erello 1-are] scherz., lanciare piccoli gridi groviglioso agg. [1958, G. Testori, “Il ponte della Ghisolfa”; der. di groviglio con 1-oso] aggrovigliato
  • grugnolare v.intr. [1953, C. E. Gadda, “Novelle dal ducato in fiamme”; der. di grugn(ito) col segmento -olare di miagolare] grugnire, spec. continuamente e sommessamente
  • guardione s.m. [1951, C. Alvaro,“Quasi una vita”; der. di guardia con 1-one] nelle calzature, striscia di pelle che rinforza il calcagno e può sporgere in alto fino al malleolo
  • gubanica s.f. [1997, C. Magris, “Microcosmi”; sloveno gubanica, der. di gubar “arrotolare”] tipico dolce sloveno, diffuso anche in Friuli, a base di ricotta, anche cubana
  • guzzo s.m. [1971, R. Brignetti, “La spiaggia d’oro”; dal dial. ligure gusso, cfr. sicil., calabr. guzzo] gozzo
  • hanté /an'te/ agg. ES fr. [1964, G. Arpino, “L’ombra delle colline”; fr. hanté /ã'te/, pl. hantés, propr. p.pass. di hanter “ossessionare”] ossessionato
  • hélas /e'las/ inter. ES fr. [1998, E. Siciliano, “I bei momenti”; fr. hélas /'elas/] ahimè
  • humor /'jumor/ s.m. ES ingl. amer. [1964, G. Arpino, “L’ombra delle colline”; ingl. amer. humor /'hju:mə(r)/] senso umoristico
  • iatteco /'jatteko/ agg. DI merid. [1995, M. Di Lascia, “Passaggio in ombra”; da una voce calabr. jetteco, cfr. 2etico] tisico
  • idolessa s.f. [1957, E. Morante, “L’isola di Arturo”; der. di idolo con -essa] spreg., idolo di sesso femminile
  • imbanditura s.f. [1948, A. Palazzeschi, “I fratelli Cuccoli”; der. di imbandire con -tura] imbandigione
  • imbarbugliarsi v.pronom.intr. [1978, P. Levi, “La chiave a stella”; der. di barbugliare con 1in-] imbrogliarsi, spec. parlando
  • immeritorio agg. [1954, M. Soldati, “Lettere da Capri”; der. di meritorio con 2in-] immeritato
  • imperlatura s.f. [1994, G. Montefoschi, “La casa del padre”; der. di imperlare con -tura] l’essere coperto di piccole gocce di sudore
  • inconversevole agg. [1981, U. Eco, “Il nome della rosa”; der. di conversevole con 2in- ] lett., che non conversa, non è disponibile a conversare; inconversabile
  • indaffarare v.tr. [1957, E. Morante, “L’isola di Arturo”; der. di daffare con 1in- 1-are] spingere a darsi da fare indaffararsi v. pronom.intr. [1957, E. Morante, “L’isola di Arturo”; der. di indaffarare] darsi da fare
  • indominabile agg. [1988, R. Calasso, “Le nozze di Cadmo e Armonia”; der. di dominabile con 2in-] che non si può dominare
  • indominato agg. [1988, R. Calasso, “Le nozze di Cadmo e Armonia”; der. di 2 dominato con 2 in- ] che non è stato dominato
  • indormento agg. [1961, L. Sciascia, “Il giorno della civetta”; da una voce dial. sett., cfr. milan. indorment] addormentato
  • indumentale agg. TS burocr. [1953, C. E. Gadda, “Novelle dal ducato in fiamme”; der. di indumento con -ale] relativo agli indumenti
  • inestirpato agg. [1988, R. Calasso, “Le nozze di Cadmo e Armonia”; der. di estirpatocon 2in-] che non è estirpato, inestirpabile
  • infermierato s.m. TS burocr. [1965, G. Parise, “Il padrone”; der. di infermiere con 1-ato ] nel servizio sanitario, ruolo di infermiere
  • infinitesimalmente avv. [1961, R. La Capria, “Ferito a morte”; der. di infinitesimale con -mente] infinitesimamente
  • infundiboliforme agg. [1964, G. Arpino, “L’ombra delle colline”; comp. di infundibolo -forme] imbutiforme
  • ingarbire v.intr. TS enol. [1964, G. Arpino, “L’ombra delle colline”; der. di 4garbo con 1in- -ire] di vino, inacidire
  • ingegneressa s.f. [1978, P. Levi, “La chiave a stella”; der. di ingegnere con -essa] scherz., ingegnera
  • lecitinico agg. [1953, C. E. Gadda, “Novelle dal ducato in fiamme”; der. di lecitina con -ico] di, della lecitina, costituito da lecitina
  • magiarità s.f. [1986, C. Magris, “Danubio”; der. di magiaro con -ità] carattere ritenuto, anche ster., tipico della vita e della storia e cultura dell’Ungheria e dei suoi abitanti
  • magiarizzare v.tr. [1986, C. Magris, “Danubio”; der. di magiaro con -izzare] dare carattere ungherese a popolazioni, regioni, opere, comportamenti
  • malgovernare v.tr. [1981, U. Eco, “Il nome della rosa”; der. di 1malgoverno] governare male uno stato, un’amministrazione, un’impresa; anche ass.
  • mefedina s.f. [nome commerciale, 1959, A. Arbasino, “L’Anonimo lombardo”] farmaco analgesico usato come stupefacente
  • misconoscenza s.f. [1959, G. Tomasi di Lampedusa, “Il Gattopardo”; der. di misconoscere, cfr. fr. méconnaissance] ignoranza, anche intenzionale, misconoscimento
  • mondrianiano agg., s.m. [1958, D. Buzzati, “Sessanta racconti”; der. di Mondrian, nome d’arte del pittore olandese Pieter Cornelis Mondriaan (Amersfoort 1872-New York 1944, con -iano] relativo all’opera artistica di Mondrian | agg., sm. seguace, imitatore di Piet Mondrian
  • morularsi v.pronom.intr. [1953, C. E. Gadda, “Novelle dal ducato in fiamme”; der.di morula con 1-are] di uovo fecondatodi vertebrati, dar luogo alla formazione della morula
  • musiliano agg., s.m. TS lett. [1986, C. Magris “Danubio”; der. di Musil, nome dello scrittore austriaco Robert Musil (1880-1942), con -iano] agg., di Musil, del suo stile e del suo pensiero | agg., s.m., seguace, imitatore di Musil
  • musilianamente avv. TS lett. [1986, C. Magris, “Danubio”; der. di musiliano con -mente] alla maniera di Musil.
  • mutuario agg., s.m. TS dir.civ., econ. [1953, C. E. Gadda “Novelle dal ducato in fiamme”; der. di 1mutuo con -ario1 agg., relativo a mutuo, che eroga o contrae un mutuo 2 agg., s.m., che, chi contrae un mutuo
  • schmarren /'ʃmarren/ s.m. [1963, N. Ginzburg, “Lessico famigliare”, nella var. smaren; ted. region. Schmarren 'ʃmarən/] frittata dolce

Altri vocaboli sono invece più rari, non è illegittimo tralasciarli in un dizionario dell’uso. Molti, come si segnala qui e nel lemmario, sono dialettalismi. Ne offriamo un elenco con qualche nota esplicativa per dar conto dell’ampiezza e varietà delle scelte lessicali aperte sia ai dialetti sia ad aree marginali del vocabolario che, come torneremo a osservare, affiorano nella scrittura letteraria recente.

  • aal s.f. DI sett. ala, ali
  • abballare v.intr. DI merid. ballare
  • abbascia avv. DI merid. abbasso, in basso
  • abbascio avv. DI merid. abbasso
  • abbastà v.intr. DI roman. bastare
  • abbentarsi v.pronom.intr. DI merid. avventarsi
  • abbescicato p.pass., agg. DI merid. gonfiato da vesciche, detto spec. degli occhi
  • abbraccicare v.tr. DI roman. abbracciare
  • abbrusciare v.tr. DI merid. bruciare
  • abbuffito p.pass., agg. var. di abbuffato
  • abbuscare v.tr. DI merid. buscare, guadagnare
  • abissitade s.f. [der. di abisso con -itade, arcaico per -ità ] profondità abissale
  • abramuccio s.m. [der. di Abramo, patriarca biblico, con il suff. dim. -uccio] ster., volg., secondo un antico pregiudizio antiebraico, avaro
  • abrupto agg. [dal lat. abruptus, p.pass. di abrumpo “rompo, infrango” ] lett., scosceso
  • acalare v.tr. DI merid. calare
  • accà avv. DI merid. qua
  • accalare v.intr. DI sicil. calare
  • accansare v.tr. DI sicil. ottenere
  • accappottato p.pass., agg. DI roman. cappottato
  • accartoccio s.m. [der. di accartocciare con -io] accartocciamento
  • accaternare v.tr. DI roman. incatenare, mettere di seguito
  • accatizzare v.tr. DI merid. raccattare, acquistare
  • accattare, accattà v.tr. DI merid. acquistare
  • accenne v.tr. DI roman accendere
  • acchitare v.intr. DI roman. essere elegante
  • acchitto agg., avv. DI roman. elegante
  • accianza s.f. DI sicil. ritrovamento, sorte
  • acciso p.pass., agg. DI merid. ucciso
  • accossì, accussì avv. DI centromerid. così
  • accuaiare v.tr. DI merid. abbassare, distendere
  • ad’ prep. DI sett. di
  • addò avv. DI merid. dove
  • addietrato p.pass., agg. DI roman. arretrato
  • addore s.m. DI merid. odore
  • addormì v.tr., intr. DI roman. addormentare
  • addove avv. DI roman. dove
  • adonnarsi v.pronom.intr. [dal fr. adonner] dedicarsi
  • adrè avv. DI sett. indietro
  • adulativo agg. [der. di adulare con -tivo] laudativo, lusingatore
  • affacciata s.f. [der. di affacciare con -ata] l’affacciarsi
  • affanneggiare v.intr. [der. di affanno con -eggiare ] affannare
  • affionnà, affionnasse v.tr., v.pronom.intr. DI roman gettare, gettarsi, precipitarsi
  • affittà v.intr. DI roman. arrivare
  • afflussionato agg. [der. di flussione con 1ad- 1-ato] colpito, affetto da flussione
  • affumacchiato agg. [der. di fumo con 1ad-, -acchiare 1-ato] affumicato, sporco di fumo
  • affungato agg. [der. di fungo con 1ad- 1-ato] ammuffito
  • affunghito agg. [der. di fungo con 1ad- 1-ito] molle come un fungo
  • afroditico agg. [der. di Afrodite con 1-ico] di Afrodite, relativo a Afrodite
  • aggrettato p.pass., agg. [var. dial. di accrettato, der. di cretto “rigonfiamento” con ad- 1-ato] rigonfio
  • agognamento s.m. [der. di agognare con -mento] desiderio, spec. appassionato
  • agugliolo s.m. [der. di aguglia “ago” con 1olo] aghetto di pino, abete
  • aizzoso agg. [der. di aizzare con 1-oso] aizzante
  • ajata s.f. DI napol. alice, occhiata
  • alesano s.m. [dal fr. alésane] razza di cavallo
  • aliva s.f. DI tosc. oliva
  • allà inter. DI roman. allora, su
  • allaccarsi v.pronom.intr. DI roman. afflosciarsi, distendersi
  • allaccato p.pass., agg. DI roman. stanco
  • alleccamusso s.m. DI roman. schiaffo
  • alliffato p.pass., agg. DI merid. lisciato, azzimato
  • allumare v.tr. DI roman. adocchiare
  • almale s.m. DI sicil. animale
  • altarchè avv. DI sett. altroché
  • alterraggifero agg. portatore di raggi divergenti
  • amarugio agg. [der. di amaro con -ugio, var. di -uccio] amaro
  • amaruglio agg. [der. di amaro con -uglio] amaro amarugliolo agg. [der. di amaro con -uglio 2-olo] amaro
  • ammaì v.tr. DI roman. eufemismo, ammazzà ammazzare
  • ammagliamento s.m. [der. di 1ammagliare con -mento] collegamento
  • ammalorcicato agg. [der. di male] malmesso
  • ammazzucchire v.intr. DI merid. lievitare, crescere
  • ammiscari v.tr. DI merid. mischiare
  • ammorgiare v.intr. DI roman. rassegnarsi, calmarsi
  • amorico s.m. [da una voce dial. lombarda] calenzuolo, verdone
  • ancheui avv. DI sett. oggi
  • antro agg.indef. DI roman. altro
  • apate s.f. [gr. apáte “inganno”] inganno
  • appollarsi v.pronom.intr. [der. di pollo con 1ad- 1-are] stivarsi
  • arìnt avv. DI merid. dentro
  • arùgola s.f. DI merid. rucola, ruchetta
  • argiàn s.m. DI roman. argent, danaro
  • ariocà v.intr. DI roman. rigiocare
  • armanè v.intr. DI sett. rimanere
  • armuarro s.m. DI sicil. armadio
  • aromateria s.f. [der. di aroma con -eria] locale per gli aromi
  • arportè v.tr. DI sett. riportare
  • arrecrìo s.m. DI merid. piacere
  • arricettà v.tr. DI merid. ricucire, riparare
  • arruzzonire v.tr., intr. DI roman. arrugginire, corrodere
  • artèteca s.f. DI merid. artrite
  • articiòch s.m. DI sett. carciofo
  • artrovè v.tr. DI sett. ritrovare
  • aruta s.f. DI merid. ruta
  • arzdora s.f. DI sett. reggitrice, massaia
  • arzigogolio s.m. [der. di arzigogolo con -io] tendenza ad arzigogolare
  • asciuttura s.f. [der. di asciutto con -ura] arsura, siccità
  • asonico agg. [comp. di 1a- sonico] privo di suono, che non emette suoni percepibili da umani
  • assiante agg. DI ven. assillante
  • assonale agg. [der. di assone con 1-ale] di assone, relativo ad assone
  • astrea s.f. [lat. scient. astraea, der. di aster “stella”] aster
  • astutà, astutari v.tr. DI merid. spegnere, stutare
  • atabrina s.f. farmaco antimalarico, nome commerciale della quinacrina
  • ato, atu, ata agg.indef. DI merid. altro, altra
  • attanfanare v.intr. DI roman. puzzare
  • attasso s.m. DI sicil. irrigidimento, colpo
  • attoppato p.pass., agg. DI roman. stordito
  • auto, auta agg.indef. DI merid. altro, altra
  • avvizziato agg. DI roman. vizioso
  • azzalora s.f. DI sicil. lazzeruolo
  • azzeccoso agg. [der. di azzeccare con 1-oso] appiccicoso
  • azziccuso agg. DI merid. appiccicoso, attraente
  • azzuolo agg., s.m. [dal sicil. azzolu] turchino, azzurro cupo
  • bàlico s.m. DI sicil violacciocca gialla
  • bacò s.m. [fr. baco] vino rosso da taglio
  • baccaiamento s.m. DI roman. chiasso
  • baccarozzo s.m. DI roman. bacherozzo
  • bagienno agg., s.m. [dal lat. Bagiennus] relativo, appartenente all’antica popolazione ligure preromana dei Bagienni, estesa dalla Liguria alle Langhe baiuvarico agg. [lat. mediev. Baiuvaricus der. di Baiuvarus] bavarese
  • balca s.f. [russo balka] avvallamento, vallone
  • bambacione s.m. fessacchiotto, semplicione
  • bao s.m. DI sett. pidocchio
  • barrozzetta s.m. DI roman. barroccetto
  • bataclan s.f. [fr. bataclan, voce onomatopeica] armamentario ingombrante
  • bellicolo s.m. DI roman. ombelico
  • belzoino s.m. benzoino
  • bertarello s.m. [der. di 7 berta con -arello] imbroglio, pasticcio
  • bicchio s.m. DI roman., gerg., bicchiere
  • biceròt s.m. DI sett. bicchierotto
  • biciulàn s.m. DI piem. biscottino
  • bigo s.m. DI roman. pantalone
  • bigonzo agg., s.m. DI roman. sciocco
  • biunno agg. [napol. biunno “biondo”] biondo, chiaro
  • blunno agg. DI sicil. biondo
  • bo s.m. DI sett. bue
  • bombolo s.m. DI sicil. bùmmulo, vaso d’argilla a forma d’anfora
  • bondolamento s.m. [der. di bondolare] borbottio
  • bondolare v.intr. [da una voce ven.] borbottare
  • brèccola, brècola DI roman. ghiaia, estens, danaro
  • brevogna s.f. [da una voce napol.] vergogna
  • brilocco DI roman. gioiello
  • brisciare v.intr. [dal sicil. brisciri] albeggiare, estens. apparire all’alba
  • bruscolì v.tr. DI roman. abbrustolire, bruciare
  • buccinatorio s.m. [der. di buccinatore con -io] pettegolio
  • bujaccaro s.m. DI roman. venditore di bujacca, minestra spregevole, oste di poco conto
  • bullicoso agg. DI roman. ribollente, effervescente
  • bumma s.f. DI merid. bomba
  • bunaca s.f. [sicil., calabr. bunaca] giaccone da cacciatore con ampie tasche
  • burdel s.m. DI sett. ragazzo
  • cöc agg. DI sett. cotto
  • cöit p.pass., agg. DI sett. cotto
  • ca avv. DI merid. qua
  • ca pron.rel., cong. DI merid. che
  • cabbinetto s.m. DI roman. gabinetto
  • cacatoés s.m. [franc. cacatoès] cacatua
  • cacciottiello s.m. DI merid. cagnolino
  • caffio s.m. DI roman., gerg. caffè
  • caggiafà inter. DI napol., propr. c’aggia ’a fa, che debbo, che posso fare
  • cagnà v.tr. e intr. DI merid. cambiare
  • cajazza s.f. DI merid. donna linguacciuta
  • calanchio s.m. DI merid. calanca
  • calchèra s.f. DI sett. calcara
  • callara s.f. DI roman. caldaia, spec. nella loc. a tutta callara con le caldaie al massimo calore
  • callo agg. DI roman. caldo
  • callofilla s.f. [lat. scient. (Eucalyptus) calophylla] tipo di eucaliptus resinoso
  • calomela s.f. calomelano
  • camallato p.pass., agg. DI sett. trasportato
  • camoun s.m. [da una voce araba] comino
  • cannofiena s.f. DI roman. altalena
  • canteremmèrd s.m. DI napol., propr. cànter ’e mmerd, vaso da escrementi
  • capèra s.f. DI napol. parrucchiera
  • caparossulo s.m. [da una voce veneta] conchiglia bivalve, Venus rotundata
  • capatosta s.f., agg. DI merid. testa dura, testardo
  • capezza s.f. DI roman. cavezza
  • caplàn s.m. DI sett. capitano
  • capoccella, cappocella s.f. DI roman., capolino
  • caporello s.m. DI roman. capezzolo
  • capucchione s.m. DI merid. capoccione, testone
  • caracuzzo s.m. DI merid. fico secco
  • cardiglio s.m. DI merid. cardellino
  • carega s.f. DI sett. sedia, cattedra
  • casadduoglio s.m. DI napol. lardaiolo, pizzicagnolo
  • casere v.tr. DI merid. cucire
  • casinucèss inter. DI napol. ca si nu cess che sei un cesso
  • catà v.tr. DI sett. comprare
  • cato s.m. DI napol. catino, bacile
  • cato s.m. DI sicil. catoio, basso
  • catubbo agg. DI sicil. nella loc. male catubbo mal di gola
  • caud agg. DI piem. caldo
  • cauro agg. DI merid. caldo
  • cavacecio s.m. DI roman. nella loc. a cavacecio a cavalluccio
  • cazeta s.f. DI napol. calza, fà la cazeta rammendare calze
  • ccà avv. DI merid. qua
  • cchiù avv. DI merid. più
  • cecco s.m. DI roman., gerg. cenno
  • cernègo s.m. DI merid. cirneco
  • cernaia s.f. DI piem. [dal nome del fiume della Crimea, teatro di una sanguinosa battaglia combattuta vittoriosamente dalle truppe piemontesi del generale A. La Marmora nel 1855 durante l’assedio di Sebastopoli] gran quantità, gran confusione
  • cerquella s.f. [der. di una voce dial. cerqua “quercia”] querciolo
  • chellochillo agg. e pron.dimostr. DImerid. quello
  • chessa, chisso, chissa agg. e pron. dimostr. DI merid. questa, questo
  • chesto, chisto agg. e pron.dimostr. DI merid. questo
  • chevvitemmerdecchesta inter. DI napol. che vvit ’e mmerd è cchesta che vita di merda è questa
  • chiàgnere v.intr. DI merid. piangere
  • chiòvere v.intr. DI merid. piovere
  • chianca s.f. DI napol. bottega di macellaio
  • chianchiere s.m. DI napol. macellaio
  • chiappo s.m. DI roman. lembo posteriore
  • chiarchiaru s.m. DI sicil. ammasso di pietre
  • chiavico s.m. DI napol. fogna
  • chiazzera s.f. DI merid. donna sguaiata
  • chieresia s.f. [der. di chierico “prete”] clericato; anche dottrina
  • chiusarana s.f. [da una voce napol.] rete da pesca
  • ciafroccola s.f. DI roman. naso grosso, muso
  • ciamàr v.tr. DI sett. chiamare
  • cianciana s.f. DI sicil. sonaglio
  • ciantro s.m. DI sicil. chierico cantore
  • ciapàr, ciapà DI sett. prendere
  • ciavad p.pass., agg. DI sett. chiavato
  • cieca s.f. DI roman., gerg., lampada ciesa s.f. DI sett. chiesa
  • cigolino s.m. DI roman. cicatrice
  • ciocco agg. DI roman. ciucco
  • cirla s.f. DI sett. persona, donna graziosa
  • ciucciariello s.m. DI merid. ciuchino, asinello
  • ciucia s.f. DI merid. vulva
  • ciuciottare v.intr. sussurrare
  • ciumaca s.f. DI roman. ragazza
  • ciurillo s.m. DI merid. fiore, fiore di zucca
  • cmandè v.tr. DI sett. comandare
  • combuffolare v.intr. DI roman., gerg., confabulare
  • concallato p.pass., agg. DI roman. fermentato, fuso
  • conculina s.f. DI roman. bacinella
  • conigrina s.f. denominazione commerciale della varechina
  • connellare v.tr. DI merid. cullare
  • consuolo s.m. DI merid. cerimonia di consolazione in occasione di lutti
  • conzàr v.tr. DI sett. acconciare, preparare
  • copàr v.tr. DI sett. accoppare, uccidere
  • coppa s.f. DI merid. cima, in coppa su, in alto
  • corai DI sett. coraggio
  • corbula s.f. [da una voce sarda] cesta
  • cotecio s.m. [voce veneta] riversino, gioco in cui vince chi fa meno punti
  • cotecista s.m. f. [der. di cotecio con -ista] chi gioca a cotecio
  • cotola s.f. DI sett. gonnella
  • crapòn s.m. DI sett. testone
  • criaturacriaturo s.f., s.m. bambina, bambino
  • crisommola s.f. DI napol. albicocca
  • crobi v.tr. DI sardo piccioccu de crobi ragazzo di piazza, monello
  • crocà v.tr. DI merid. coricare
  • cu cong. DI merid. chi, che
  • cu, cu’ prep. DI merid. con
  • cucà v.tr. DI sett. spiare
  • cuccu s.m. DI sicil. cuculo
  • cuccuotto s.m. DI sicil. piccolo del cuculo
  • cuciar s.m. DI sett. cucchiaio
  • cufècchia s.f. DI merid. imbroglio, anche pasta dolce
  • culambrina s.f. DI roman. a culambrina carponi
  • cuntu s.m. DI sicil. conto, racconto
  • cuollo s.m. DI merid. collo
  • cuoshè v.intr. DI sett. bruciare
  • current s.f. DI merid. corrente d’aria
  • cusiri v.tr. DI merid. cucire
  • cuu s.m. DI milan. culo
  • danée s.m. DI sett. denaro
  • degiasmac s.m. [da una voce etiope] governatore di una provincia
  • demangosce avv. [dal fr. de main gauche “a mano sinistra”] DI napol. a sinistra
  • dentetiranno s.m. animale favoloso
  • desider v.tr. DI sett. decidere
  • Deu s.m. DI sardo Dio
  • diaol s.m. DI sett. diavolo
  • diese agg.num. DI sett. dieci
  • diligenziare v.tr. [der. di diligenzia obsoleto per diligenza] accertare
  • dindarello s.m. giocattolino, ciondolo
  • djevoika s.f. [da una parola slava, cfr. russo djevka, sloveno devìca] ragazza
  • do agg.num. DI sett. due
  • do cong. DI sett., merid. dove
  • dogatura s.f. [der. di dogare con -tura] rivestimento con strisce di legno
  • doie agg.num. DI merid. due
  • dolantinico s.m. [der. di dolantina “meperidina idrocloride”, con 1-ico] derivato della meperidina, con effetti simili alla morfina
  • drè avv. DI sett. dietro
  • drio avv. DI sett. dietro
  • duva cong. DI sett. dove
  • ela, elo pron. pers. DI sett. lei, lui
  • ensete agg. [da una voce etiope] tipo di banano dell’Etiopia, Musa Ensete
  • eparema s.m. [der. di epar(ina) con -ema] nome commerciale di farmaco epatoprotettore
  • escì v.intr. DI roman. uscire
  • espantare v.intr. [der. di espanto, p.pass. di espandere] stupire
  • esutorio s.m. ulcerazione superficiale etometro s.m. ipotetico misuratore del costume
  • falorchia s.f. DI merid. [forse connesso con farlocco] fandonia, chiacchiera
  • fardona agg., anche s.f. [der. di farda] truccata, imbellettata
  • fè v.tr. DI sett. fare
  • fascicollo s.m. [comp. di fasciare collo] scialle
  • faus agg. DI sett. falso
  • fenalista s.m. guardiano del faro
  • fernì v.tr. DI napol. finire
  • fetemìa s.f. DI merid. cosa spregevole
  • fette s.f.plur. DI roman. piedi
  • fezzaru s.m. DI sicil. raccoglitore e distillatore di fecce
  • figioeu s.m. DI ligur. figlio
  • filè s.m. [dal francese] filato
  • filosce s.m. DI napol. balza pendente, frittata floscia, spreg. volg. pene
  • fiol s.m. DI sett. figlio
  • fiozzo s.m. DI sett. figlioccio
  • fiulòtt s.m. DI sett. ragazzo
  • flaida s.f. DI sett. grembiule, vestaglia, cencio
  • flex s.m. flessibile
  • flinta s.f. tipo di fucile da caccia
  • foegh s.m. DI sett. fuoco
  • foffetta s.f. DI sett. ragazza leggera
  • foiano s.m. infoiato
  • forbando s.m. [dal sicil. forbannu] bando pubblico
  • formidinare v.intr. [der. di formidine “timore”] temere
  • fràceto agg. DI merid. fradicio
  • fravecaiuolo DI napol. [da fravecare “fabbricare, costruire”] muratore, costruttore
  • fravecatore DI napol. [da fravecare “fabbricare, costruire”] muratore, costruttore
  • friccicore DI roman. pizzicore, puntura
  • frascarolo s.m. [dal sicil. frascaloru] legnaiolo
  • frebbe s.f. DI merid. febbre
  • freccicare v.tr. DI merid. sfregare
  • fuì v.intr. DI merid. fuggire
  • fumino s.m. DI roman., gerg. sigaretta
  • fundüa s.f. DI piem. fonduta
  • fungetiello s.m. DI napol. funghetto
  • furmento s.m. DI merid. frumento
  • fusaja s.f. DI roman. lupino
  • gaiola s.f. DI napol. [da un dim. del lat. cavea] gabbia
  • gallinaro s.m. DI roman. pollaio
  • gangillo s.m. [da una voce napol.] mollusco edule
  • gavèr v.tr. DI ven. averci
  • gebbia s.f. DI sicil. vasca, serbatoio d’acqua
  • germo agg. DI sicil. non coltivato
  • ghègano s.m. DI roman., gerg. sedere
  • ghe avv. DI ven. ci
  • ghemo s.m. DI sett. gagliardo
  • ghessò s.m. pianta per fermentazione
  • ghiol s.m. [da una voce rumena] sentiero d’acqua
  • giaraffa s.f. DI sicil. giara
  • giobbare v.intr. DI roman. fare il furbo
  • giummara s.f. DI sicil. palma nana
  • giuntora s.f. DI sett. operaia addetta a cucire tomaie
  • giusta s.f. DI roman., gerg., guardia
  • glycyrrhiza s.f. [lat. mediev.] liquirizia
  • gnagna s.f. DI sett. vecchia zia, prozia
  • gnanca avv. DI sett. neanche
  • gnebitella s.f. [da una voce dial.] nepitella
  • gnorco agg. DI merid. sgraziato
  • goto s.m. DI sett. goccio
  • graffa s.f. DI napol. dolce di pasta fritta
  • grancio s.m. DI merid. granchio
  • gratta s.m. DI roman., gerg. ladro
  • grenadine s.f. [fr. grenadine] tessuto di seta leggera
  • grignare v.intr. DI roman., gerg. ghignare
  • groncio agg. DI roman., gerg. malfermo
  • grottoluto agg. [der. di grotta con -olo e -uto, prob. con influenza di bitorzoluto] percorso, forato da grotte e cavità
  • iattarella s.f. DI merid. gattina
  • ignam s.m.inv. tubero
  • imbriacasse v.pronom.intr. DI roman. ubriacarsi
  • imbriacone s.m. DI roman. ubriacone
  • imbrocciasse v.pronom.intr. DI roman. imbronciarsi
  • imbrosasse v.pronom tr. DI roman., gerg. chiavare
  • immuscolarsi v.pronom. [der. di miscolo con 1in- 1-are] diventare muscoloso, tendere e mostrare i muscoli
  • inciafruglio s.m. DI roman. cianfruglio, pasticcio
  • incunichito agg. DI merid. raggomitolato
  • indò avv., cong. DI roman. dove
  • indré avv. DI sett. indietro
  • inerto agg. DI roman. irto
  • infantiolo s.m. DI roman. usato specie al pl., convulsioni dei bambini
  • infra(c)cicato p.pass., agg. DI roman. infradiciato
  • ingarasse v.pronom.intr. istradarsi
  • ingermatora agg. DI merid. incinta
  • insigà v.tr. DI sett. stuzzicare
  • int’ avv. DI sett. dentr
  • intanfanato p.pass., agg. DI roman. puzzolente
  • inturcinato p.pass., agg. DI roman. attorcigliato
  • intuzzare v.tr. e intr. DI roman. urtare, sbattere
  • inzeccà v.tr. DI roman. colpire
  • inzuccasse v.pronom.tr. DI roman. intascare
  • janara s.f. DI merid. arpia, strega
  • jastemma s.f. DI merid. bestemmia
  • jettato p.pass., agg. DI merid. gettato
  • juttà v.tr. DI sett. aiutare
  • kaddìnt avv. DI merid. qua dentro
  • làllera s.f. DI roman. bicchiere di vino
  • lòffaro s.m. DI merid. persona inetta, vagabondo
  • lùppeca s.f. DI merid. uccello di malaugurio
  • legnasanta s.f. DI merid. cachi
  • limbiata s.f. DI merid. ripulitura
  • lorcia s.f. DI merid. sporcizia, bruttura
  • lumarsi v.pronom.tr. DI sett. guardarsi, puntarsi
  • luponario s.m. DI sicil. lupo mannaro
  • môll s.m. DI sett. midollo
  • magaglio s.m. [da una voce dial. settentrionale] forcone per rompere le zolle
  • malegnano s.m. DI roman. melanzana
  • mammatrone s.m. DI roman. commozione
  • manciola DI sett. mano sinistra
  • mandol s.m. DI sett. mandorla
  • mannaggiacchitemuòrt inter. DI napol. mannaggia a chi t’è muort, mannaggia a chi ti è morto
  • mannaggiamaròn inter. DI napol. mannaggia a maronn, mannaggia alla Madonna
  • mannaggiopatetern inter. DI napol. mannaggia a o Pate etern, mannaggia al Padre Eterno
  • marangolo s.m. [da una voce dial. meridionale] arancio amaro
  • maroda s.f. DI piem. ruberia
  • marruzza s.f. DI napol. lumaca
  • marvizzo s.m. DI napol. lodola, pesce
  • masàr v.tr. DI sett. ammazzare
  • masnà s.m. e f.DI piem. bambino
  • mazziata s.f. DI merid. bastonata
  • mefedina s.f. [nome commerciale] farmaco analgesico usato come stupefacente
  • mino s.m. DI roman., gerg. ragazzo
  • moccacchillemuort inter. DI napol. mmocc a cchi ll’è muort, in bocca a chi gli è morto
  • molignana, mulignana s.f.DI centromerid. melanzana
  • morsico s.m. DI centromerid., morso
  • mortè DI roman., nell’inter. a li mortè, eufem. per mortacci
  • mugila s.f. [russo mogìla] fossa
  • munciglia s.f. [da una voce sarda] effetti personali
  • muniglia s.f. DI merid. residui, tritume di carboni
  • nònzolo s.m. DI sett. sacrestano
  • nanassa s.f. DI merid. ananas
  • ’nare v.intr. DI sett. andare
  • ’nce avv. DI merid. ci
  • ’ncoppa avv., prep. DI merid. in cima, sopra
  • ’ncuorpo avv. DI merid. addosso, nel corpo
  • ’nder avv. DI sett.indietro
  • ’ndurato p.pass., agg. DI merid. indorato
  • nen avv. DI sett. non
  • nenna s.f. DI napol. bambina, ragazza
  • neno s.m. DI roman., gerg., vecchio
  • ’nfronte avv. DI merid. di fronte, sulla fronte
  • ’nfuso p.pass., agg. DI merid. inzuppato, bagnato
  • ’ngermatora s.f., agg. DI merid. incinta
  • ’ngignere s.m. DI merid. ingegnere
  • niro agg., s.m. DI napol. nero
  • nocca s.f. DI napol. nodo, intreccio
  • nonca avv. DI sett. neanche
  • ’nt’ prep., avv. DI sett. entro, dentro
  • ’ntampecone s.m. DI merid. imbroglione, da ’ntàmpeca “imbroglio, raggiro”
  • ’nterra avv. DI merid. a terra
  • nutrico s.m. DI sicil. lattante, bimbetto
  • ’nzevato p.pass., agg. DI merid. unto
  • ’nzisto agg. DI merid. in sesto, a posto, gagliardo
  • ’nzogna s.f. DI merid. sugna, strutto
  • ocazzochecacato inter. DI napol. o cazz ch’è cacato il cazzo che hai cacato
  • operto p.pass., agg. DI roman. aperto
  • pàteme s.m. DI napol. mio padre, papà mio
  • palatone s.m. DI napol. filone di pane
  • panstick s.m. stick per vari usi cosmetici
  • pantofeca s.f. DI merid. fantasma
  • parata s.f. DI roman. recinzione, gerg. retata
  • patana s.f. DI merid. patata
  • peccerella, piccerella s.f. DI napol. bambina
  • pere s.m. DI napol. piede
  • perocchioso agg., s.m. DI merid. pidocchioso
  • peromo avv. DI roman. per uomo, a testa
  • perzica s.f. DI centromerid. pesca
  • picciare v.intr. DI centromerid. frignare, piangere
  • piccio s.m. DI merid. pianto
  • piccioccu s.m. DI sardo monello
  • picciridda s.f. DI sicil. bambina
  • pignata s.f. DI roman. forte colpo, percossa
  • plana s.f. raschietto
  • plecaria s.f. DI roman., gerg. cento lire
  • potìa s.f. DI sicil. bottega
  • ’ppeccerella s.f. DI merid. bambina
  • practipedista s.m. e f. podologo
  • prevete s.m. DI merid. prete
  • pucchia, purchia s.f. DI napol. portulaca, insalata
  • puglia s.m. DI sett., gerg. polizia
  • puparuolo s.m. DI merid. peperone
  • purchiariello s.m. DI napol. insalatina
  • pussa via loc. inter. DI roman. passa, va via, vattene
  • quadragono s.m. quadrangolo
  • rancefellone, ranciofellone s.m. DI napol. granchio
  • ranceo agg. rancido
  • ranza s.f. DI sett. falce
  • raspa s.f. DI roman., gerg. giacca
  • ribba s.f. [dal polacco ryba] pesce
  • rimpacioccato agg. DI roman. tranquillizzato
  • rinozzolo s.m. DI sicil. residuo dell’olio d’oliva
  • rivà v.intr. DI sett. arrivare
  • ronzare v.tr. DI roman., gerg. saltare ronzicare DI merid. rosicchiare
  • roybra s.f. rabarbaro
  • s’cet s.m. DI sett. ragazzo
  • sarciniforme agg. a forma di involto
  • sbarià v.intr. DI napol. vaneggiare
  • sbeccolare v.tr. mangiucchiare
  • sbecolar v.intr. DI sett. becchettare
  • sbrasata s.f. DI roman. fanfaronata
  • sbrodigar v.intr., tr. DI sett. sbrodolare
  • sburà v.intr. DI roman. eiaculare
  • scafetta DI merid. ganascino
  • scafo s.m. DI roman., gerg. litro di vino
  • scagn s.m. DI lomb. Scranno, cattedra
  • scaja s.f. DI roman., gerg. prostituta
  • scamazzà v.tr. DI merid. schiacciare
  • scamuffo agg. DI centr., gerg. sospetto
  • scamuso agg. [da una voce dial. merid.] ruvido, rozzo
  • scanganato agg. [da una voce dial. merid.] sgangherato
  • scantarisi v. pronom. DI sicil. spaventarsi
  • schiòvere v.intr. DI napol. spiovere, a schiovere, loc., a pioggia, senza cura
  • sciulariello agg. DI merid. scivoloso
  • sciuscella s.f. DI merid. carruba
  • scognito agg. DI sicil. sconosciuto
  • sconocchiato p.pass., agg. DI roman. abbattuto, stanco
  • sconoccià v.intr. DI merid. crollare, abbattere
  • scrèpia s.f. DI sicil. fior di cera, pianta rampicante
  • scramazzare v.tr. DI merid. schiacciare
  • screfunnà v.intr. DI merid. sprofondare
  • scuddillieri s.m. DI sicil. servo
  • scuffato agg. DI merid. slargato, rovinato
  • scugnato p.pass., agg. abbacchiato
  • sculappià v.intr. DI roman. svolazzare
  • scummato p.pass., agg. percosso
  • scuncigliato p.pass., agg. DI napol. sconcertato
  • secrezia s.f. ufficio amministrativo e finanziario delle città portuali siciliane
  • selvatichina s.f. garofano selvatico
  • semiusto agg. [comp. di semi- usto] bruciacchiato
  • sempiezo s.m. DI ven. scempiaggine, stupidaggine
  • sempio agg. DI ven. sciocco
  • sergia agg. tessuto di lana ruvido
  • sevoso agg. [der. di 1sevo con 1-oso] unto, grasso
  • sfaccimmaggiafà inter DI napol. (che) sfaccimme aggi a fa, quale sperma mai devo produrre
  • sfaccimme s.m. DI napol. sperma
  • sfaccimmefamm inter. DI napol. sfaccim ’e famm, accidenti d’una fame
  • sfaccimmemmerd inter. DI napol. sfaccimm ’e mmerd sperma di merda
  • sfaccimmuso agg. DI napol. grondante di sperma
  • sfogliantino s.m. [der. di sfogliante, p.pres. di sfogliare, con 1-ino] dolce di pasta sfoglia
  • sfrocetato p.pass., agg. DI roman. sfrontato
  • sganganato p.pass., agg. DI roman. sgangherato
  • sgarabazzo s.m. [voce dial. veneta, prob. affine a scarabattola] impiccio, cosa di poco conto
  • sgolfanata agg., s.f. [var. dial. di scofanata, propr. p.pass. di scofanarsi “divorare avidamente in eccesso”] avida mangiona
  • sgroi s.m. pl. marca di scarpone
  • sguarrà v.tr. DI merid. squarciare
  • sguessa s.f. DI merid. bazza
  • sgummarello s.m. DI roman. mestolo
  • sinnuddiestrunz inter. DI napol. si nu ddie ’e strunz, sei un dio, un ragguardevole esemplare di stronzo
  • sipala s.f. DI sicil. siepe, palizzata
  • smandrappato p.pass., agg. DI roman. scalcinato, scomposto
  • sogliola s.f. DI merid. ombrina
  • sopprosso s.m. DI roman. mucch
  • soreta s.f. DI napol. tua sorella
  • sorice s.m. DI merid. sorcio
  • sostacchino s.m. DI roman. palo
  • sottencoppa avv. DI napol. sottosopra
  • spaisa s.f. DI sett. cibo
  • spapiriatu p.pass., agg. DI merid. sdraiato
  • spellecchione agg., s.m. DI merid. cencione
  • sperissene v.pronom.intr. dispensarsene
  • spiaccicà v.tr. DI roman. schiacciare
  • spiritosa s.m. DI roman., gerg. pistola
  • sprucido agg. DI napol. ispido, ruvido di modi
  • spula s.f. DI sicil. seccume
  • squaccquero agg. DI merid. sudicio
  • squacquariarsi v.pronom.intr. sdraiarsi
  • ’sso, ’ssa’ssi agg. e pron.dimostr. DI merid. questo, questa, questi
  • stabbia s.f. DI roman. stabbio
  • stammerd inter. DI napol. ’sta mmerda questa merda
  • stantire v.intr. marcire
  • stellato agg. DI roman., gerg. squattrinato
  • stifa s.f. DI urbinate stia
  • stracquare v.intr. DI. napol. smettere di piovere
  • strappona s.f. DI roman., gerg. ragazza arrendevole
  • streuzo agg. DI napol. stravagante
  • stroloco agg. DI napol. astrologo, saccente
  • strunzemmerd inter. DI napol. strunz ’e mmerd stronzo di merda
  • stupplecess inter. DI napol. stuppol ’e cess, tappo di cesso
  • ’stu agg. e pron. dimostr. DI merid. ’sto, questo
  • svagare v.tr. DI roman. comprendere al volo
  • taccia s.f. DI sicil. bulletta
  • tangeloso agg. [sicil. tancilusu] delicato, emotivo
  • tannura s.f. DI sicil. focolare, fornello di pietra
  • taratuffolo s.m. DI sicil. tartufo
  • taratufo s.m. DI napol. tartufo
  • tauto s.m. DI merid. bara
  • tesguarromazz inter. DI napol. te sguarro o mazz ti rompo il culo
  • tianella s.f. DI merid. tegamino
  • tinticarello s.m. DI roman. solletico
  • tomazzo s.m. DI sicil. formaggio, toma
  • tortano s.m. DI napol. ciambellone, pasticcio
  • tozzelare v.intr. DI merid. bussare
  • tracchia s.f. DI napol. costata di maiale; cicatrice, spec. nel collo
  • trasì v.intr. DI napol. entrare
  • trastola s.f. DI napol. tranello, imbroglio
  • ’ttuorno avv. DI merid. attorno, intorno
  • tunìvola s.f. DI merid. tellina
  • tuppo s.m. DI merid. nodo di capelli sulla nuca
  • tuzzuliare v.intr. DI merid. bussare
  • unni avv., cong. DI sicil. dove
  • ’un avv. DI tosc, non
  • vaffammoccammammeta inter. DI napol. va a ffa ’n mocca a mammeta, vai a eiaculare nella bocca della tua mamma
  • vaglione s.m. DI merid. guaglione, ragazzo
  • vavosella s.f. DI napol. bavosa, pesce della famiglia dei Blennidi
  • vernio s.m. muschio
  • vertola s.f. DI sicil. [s.f.pl. vertuli] bisaccia
  • vienaccà inter DI napol. vien a cca, vieni di qua, verso qua
  • vuàllera s.f. DI napol. ernia
  • vuallecchia s.f. DI napol. ernia
  • zaccagna s.f. DI roman., gerg. moneta
  • zaccano s.m. [sicil zaccanu] ovile
  • zaghenne agg. DI roman., gerg. omosessuale
  • zappo s.m. cippo, sostegno di pietra
  • zelofrecoso agg. DI merid. sudicio
  • zenzulià v.tr. DI merid. scacciare
  • zezo agg. DI merid. smorfioso
  • zezza s.f. DI roman. nella loc. a zezza a sedere, seduto
  • zezzillo s.m. DI merid. capezzolo, tettina
  • zezzuto agg. DI merid. popputo
  • zinalino s.m. DI roman. grembiulino
  • zippemolle s.m. DI roman. tira e molla

Dagli anni Quaranta del Novecento è stata introdotta una nozione stilistica e linguistica che si è rivelata specialmente utile soprattutto in funzione di analisi e regolazione della scrittura saggistica e informativa: readibility, lisibilité, leggibilità. La leggibilità è una caratteristica intrinseca dei testi. Essa ha alla base e integra due fattori: l’alta frequenza dei vocaboli e delle loro forme tipo presenti in un testo e la brevità delle frasi (per la nozione di frase in questo contesto v. oltre). Mediamente, più una parola è frequente, più risulta nota e comprensibile a chi parla e legge una lingua.

La frequenza media dei vocaboli e delle loro forme può essere desunta, per i testi di una data lingua ed epoca, dalle liste di frequenza e uso esistenti per essa. Ma la proiezione dei dati medi così ricavati nel lessico di un testo particolare comporta delicati problemi di calcolo e di stima. Una via breve è sfruttare una correlazione stabilita per la generalità delle lingue dagli studi di statistica linguistica tra frequenza e lunghezza in fonemi o anche in lettere. (Queste ultime sono ben utilizzabili per lingue a ortografia aderente alla sequenza fonica come ceco, italiano, spagnolo).

Per valori medi di frequenza di fasce di parole di simile frequenza vi è una correlazione positiva tra la frequenza e la brevità delle parole. Più una parola è frequente più mediamente risulta breve, sicché dalla brevità o lunghezza possono indursi mediamente i valori di frequenza. (Ovviamente si tratta di un valore medio. Chi non lo capisce può divertirsi a trovare casi di parole brevissime, ma scarsamente note e poco comprensibili, come id es, e di parole lunghe invece ben note e comprensibili, come cassintegrazione). Avvalendosi di estese verifiche sulle medie, le diverse formule di calcolo della leggibilità, in particolare quella che qui si è adoperata, detta Gulpease, adattano e tarano per le diverse lingue le due fondamentali variabili dei valori medi che in un testo hanno la lunghezza delle forme (misurabile per l’italiano in lettere) e la lunghezza delle frasi misurata in numero di parole tra due interpunzioni “forti” (inizio/fine periodo o punto, punto esclamativo o interrogativo seguti da maiuscola, due punti, puntevvirgola).

Intuitivamente, più un testo è fatto di parole brevi (e dunque in media frequenti) e da frasi brevi più risulta leggibile, mentre risulta meno leggibile se è fatto di parole lunghe e frasi lunghe. La formula è stata tarata e parametrata, in maniera opportunamente variata per le diverse lingue, in modo che si determini una scala di valori graduati tra un minimo di 0 e un massimo di 100. Per l’italiano la formula è la seguente:

89 – (Lp : 10) + (3 x Fr)

dove Lp è il totale delle lettere del testo x 100 diviso per il totale delle parole (occorrenze di forme) del testo; Fr è il totale delle frasi del testo x 100 diviso per il totale delle parole del testo; 89 e, nell’ultima parentesi, 3 sono parametri differenti da lingua a lingua e fissi per una lingua e quindi, nel caso, per testi in italiano.

Per frase si avverta che qui si intende, come già detto, una sequenza di parole tra due interpunzioni forti. Come era stato fatto per l’inglese e per altre lingue, anche per l’italiano i valori intrinseci di leggibilità, una volta stabiliti, sono stati correlati alle effettive capacità medie di comprensione da parte di leggenti con diversi livelli di istruzione: al massimo elementare, al massimo medioinferiore e con istruzione superiore (diploma, università).

Ecco una tabella che illustra tale correlazione.

molto facile

facile

difficile

molto difficile

quasi incomprensibile

Istruzione elementare

100-95

95-80

80-70

70-55

54-1

Istruzione media inferiore

100-80

80-60

60-50

50-35

34-1

Istruzione superiore

100-70

70-40

40-30

30-10

9-1

I diversi livelli di comprensione configurano tre livelli possibili di lettura: una lettura indipendente (in quanto essa risulta facile molto facile) per la popolazione con istruzione elementare se i valori sono superiori a 80, per la popolazione con istruzione media se i valori sono superiori a 60, per la popolazione con istruzione superiore se i valori sono superiori a 40. Sotto questi valori è possibile una lettura assistita, scolastica, per valori superiori rispettivamente a 60, 40, 15. I tre gruppi vanno incontro a una lettura definita frustrante se i valori sono inferiori ai tre ora menzionati.

Mettiamo ora in rapporto tali indicazioni con i livelli di istruzione attuali della popolazione italiana adulta (ultraquattordicenne) risultanti dal censimento ISTAT del 2001, avvertendo che per i decenni passati i livelli erano molto più bassi e, dunque, le difficoltà di lettura erano certamente assai maggiori.

Istruzione superiore

Istruzione media inferiore

Istruzione elementare (o meno)

33,42%

30,12%

36,52%

Tenendo conto degli indicatori di leggibilità e di possibilità di comprensione a seconda dei livelli di istruzione, dalla tavola statistica sulla leggibilità dei cento romanzi emergono diverse considerazioni.

1) Popolazione con licenza elementare (36,52%). Tra i cento romanzi soltanto uno ha un indice di leggibilità superiore a 80, tale cioè da ammettere una lettura indipendente per il 36,52% popolazione con al massimo l’istruzione elementare ed è A caso di Landolfi. Solo altri due romanzi si avvicinano a questo indice: La ragazza di Bube di Cassola e Il maestro di Vigevano di Mastronardi. Una lettura assistita (punteggio superiore a 60) è invece possibile per due terzi dei testi.

2) Popolazione con licenza media inferiore (30,12%). Solo un romanzo risulta molto difficileDanubio di Magris (indice di 48,39). Sono numerosi gli autori di romanzi che risultano difficili (indice tra 50 e 60) e cioè, in ordine cronologico: Cardarelli, Banti, Palazzeschi, Angioletti, Carlo Levi, Moravia (Il conformista), Moravia (Racconti), Comisso, Bassani, Buzzati, Arbasino, Primo Levi (La tregua), Volponi (La macchina mondiale), Prisco, Chiara, Petroni, Cialente, Tomizza, Camon, Primo Levi (La chiave a stella), Gorresio, Eco, Parise, Pomilio, Citati, Sgorlon, Bellonci, Morazzoni, Vassalli, Consolo, Barbero, Magris (Microcosmi), Affinati, Riccarelli. A una lettura assistita, per esempio nelle scuole o in centri di lettura, questa parte di popolazione può accedere per tutti i cento romanzi.

3) Popolazione con istruzione superiore (33,42%). Questa parte della popolazione, presumibilmente coincidente con la percentuale dei lettori di libri, non trova difficoltà per nessuno dei cento romanzi. Per la grande maggioranza essi si configurano come facili (indici tra 40 e 70). E risultano molto facili i romanzi di Pavese, D’Arzo, Rigoni Stern, Cassola e Mastronardi (già ricordati), Brignetti, Tamaro, Landolfi.

In generale, occorre osservare che le frasi dei testi Strega sono orientate verso una brevità che appare notevole nel confronto con la prosa saggistica e, spesso, anche giornalistica. Si tratta di una novità tendenzialmente generalizzata rispetto alle tradizionali propensioni italiane per lo stile “periodico”, ad ampie volute. Contribusce non poco alla snellezza del fraseggiare l’alta percentuale di frasi cosiddette “a verbo zero” o “nominali”. L’assenza del verbo sia in superficie sia nel senso sottinteso e profondo non impedisce a esse di risultare variamente e spesso assai efficacemente predicative. Si tratta di una struttura non cara ai grammatici, che troppo spesso preferiscono ignorarla, ma assolutamente comune in italiano come in altre lingue sia nei linguaggi tecnici (“Nuvolosità accentuata sui rilievi alpini, bel tempo altrove”) sia nel giornalismo (“Ancora lontana la soluzione della crisi”) sia nella quotidianità (“Giovedì gnocchi, venerdì baccalà, sabato trippa, domenica chiusura”). Frasi nominali sono presenti in tutti i romanzi. La percentuale media complessiva delle frasi nominali sul totale delle frasi è dell’8,40% e vi sono punte anche alte ben oltre la media: 10,00 in Le donne di Messina di Vittorini, 10,05% nella Dismissione di Ermanno Rea, 10,15 in I bei momenti di Siciliano, 10,52 in Le parole tra noi leggere di Lalla Romano, 10,71 in La casa del padre di Montefoschi, 10,73 in Cinque storie ferraresi di Bassani, 10,79 in Le menzogne della notte di Bufalino, 10,82 in Gli asparagi e l’immortalità dell’anima di Campanile, 10,86 in Buio di Maraini, 11,41 in Donnarumma all’assalto di Ottieri, 11,45 in L’Anonimo lombardo di Arbasino, 12,08 in Il maestro di Vigevano di Mastronardi, 12,14 in Quasi una vita di Alvaro, 12,17 in I fratelli Cuccoli di Palazzeschi, 12,42 in Il giorno della civetta di Sciascia, 12,50 in La Chimera di Vassalli, 12,62 in Sessanta racconti di Buzzati, 12,68 in N. di Ferrero, 13,11 nel Corpo di Napoli di Montesano, 13,34 in La spiaggia d’oro di Brignetti, 14,19 in Casa d’altri di D’Arzo, 15,32 nel Ponte della Ghisolfa di Testori, 15,75 in Procedura di Mannuzzu, 16,44 in Nottetempo, casa per casa di Consolo, 17,58 in Ferito a morte di La Capria, 18,48% in Caos calmo di Veronesi, 21,07 in Novelle dal ducato in fiamme di Gadda, 28,09 in A caso di Landolfi.

La snellezza del periodare è forse la traccia più significativa dell’influenza che su molti scrittori hanno avuto il lavoro di traduzione dal francese e dall’inglese e gli esempi di Americana. La statistica rileva che solo in rari casi viene varcato il limite di 25 parole per frase: Volponi, La macchina mondiale (27,66 parole per frase), Cialente (27,29), Magris, Danubio (29,62) e Microcosmi (27,35), Riccarelli (26,57).

Dunque nell’insieme il moderato grado di leggibilità dei testi qui analizzati non dipende dalla complessità delle frasi, come in genere avviene per gran parte della prosa saggistica e informativa. I livelli di leggibilità sono invece abbassati dalle scelte lessicali. Queste sono orientate spesso verso parole non sempre comuni, care a un singolo autore. In effetti solo una percentuale esigua di lemmi, 3.641 su 94.254, pari al 3,86%, appare almeno in metà dei romanzi.

All’estremo opposto, a parte ovviamente i 26.542 nomi propri, vi sono 28.736 lemmi, oltre il 40% dei lemmi non nomi propri, che appaiono soltanto in un’opera (e vi appaiono mediamente poco più di un paio di volte) e 37.094 lemmi hapax, usati cioè una volta sola in tutto il corpus, che coprono il 39,36% delle occorrenze. Emerge insomma una certa propensione alla ricerca delle particolarità lessicali.

Tale propensione si traduce in una relativamente modesta presenza del vocabolario fondamentale italiano, che occupa soltanto il 54,07% delle occorrenze di lemmi marcati in modo specifico. Anche tenendo conto della già ricordata presenza di circa 26.000 nomi propri e del fatto che per esigenze di lemmatizzazione molti lemmi non sono stati contrassegnati da una marca, dunque anche tenendo da parte il 34,05% delle occorrenze, la presenza del vocabolario fondamentale, se pure si voglia accrescerla di un terzo, cioè del 18%, risulta del 72% circa, ben lontana dal 90% medio dei testi italiani e lontana anche da quel circa 80% delle occorrenze di articoli specialistici che appaiono in quotidiani specializzati come «Il Sole 24 Ore» o nelle pagine economiche dei quotidiani. All’80% e oltre pervengono le prime duemila parole usate nei romanzi, ma si avverta che esse non coincidono con l’insieme delle parole mediamente incluse nel vocabolario fondamentale.

Tra i duemila lessemi più frequenti nei romanzi salgono e si inseriscono parole comuni, ma non fondamentali, come ad esempio, in ordine decrescente d’uso, viale, traccia, ritmo, istinto, nuca, sospirare, rigido, cespuglio, scambiare, sospiro, minuscola, salone, avvolto, indifferenza, supporre, frugare, remoto, intuire, indurre. E, invece, lessemi fondamentali nell’uso generale scendono di livello, come ad esempio risolverecristiano ecc. Anche a quote inferiori d’uso tra le parole che mediamente classifichiamo di “Alto Uso” si nota l’emergere di parole che nell’uso medio sono più rare, per esempio nitidoaguzzosommessoremotoavvedersicontegnosgomentoinsistenza ecc. Sono poche le opere che almeno si avvicinano alla percentuale dell’80% di vocabolario fondamentale: Il cielo è rossoCasa d’altriLa maloraLa ragazza di BubeLessico famigliareLa chiave a stella, Per voce sola. Una presenza specialmente bassa si ha invece in Microcosmi DanubioNottetempo, casa per casa, Campo del sangue, Novelle dal ducato in fiamme La pelle.

La tendenza a privilegiare settori non usuali del lessico è ravvisabile anche tenendo conto degli indici di specificità. Dalla tavola relativa delle prime cinquanta parole più specifiche di ciascuna opera emergono ovviamente, e vanno considerate a parte, le scelte lessicali suggerite o imposte dal contenuto delle opere, i dialettalismi nei romanzi di ambientazione dialettale, da quelli pasoliniani a Ninfa plebea, Via Gemito Vita, i russismi in Tolstoj, i latinismi nel Nome della rosa, i tecnicismi industriali nella Chiave a stella o nella Dismissione, i tecnicismi medici in Non ti muovere ecc. Ma molte altre parole di alta specificità sono legate a scelte stilistiche d’autore, come per esempio dentrovi in Artemisiamaraviglia, maravigliarsi, maraviglioso nell’Amante fedele. A scelte d’autore sono da ricondurre le forme dittongate (e perfino iperdittongate) come giuocare, giuoco, giuocattolo, giuocatore presenti in Fratelli CuccoliMemoriaOrologioQuasi una vitaL’Anonimo lombardo, una spia singolare della propensione a deviare dallo standard che pur si profilava, una spia che per la verità sparisce dagli anni Sessanta in poi, da quando l’uso generalizzato della lingua si è andato affermando in modo sempre più perentorio.

Convergenti con quanto abbiamo detto sin qui sono gli indici di ricchezza o varietà lessicale, dati dal rapporto tra numero dei diversi lessemi adoperati da un autore e l’estensione del testo. Per un primo orientamento sul significato di tali indici si rammenti che Dante scrive la Commedia adoperando poco più di settemila vocaboli, Manzoni scrive I promessi sposi con poco più di diecimila vocaboli. Varietà lessicali superiori sono offerte da Alvaro, Moravia Racconti, Gadda, Buzzati, Arbasino, Tomizza, Gorresio, Eco, Bellonci, Danubio Microcosmi di Magris, Barbero, Ferrero, Starnone, Mazzucco. Ma questa è solo una prima approssimazione. Un valoroso studioso francese di stilistica e statistica linguistica, Pierre Guiraud, elaborò un indice che da lui prende il nome e che mette in rapporto estensione dell’opera e quantità di diversi vocaboli adoperati in essa. Analizzando le opere con tale indice, si ha un indice medio complessivo dell’intero corpus pari a 33,17.

In maggioranza i singoli autori attingono un indice più basso di tale media e parecchi anzi si collocano dai 20 punti in giù: Berto, Vittorini, Pavese, D’Arzo, Rigoni Stern, Fenoglio, Testori, Ginzburg, Parise, Ortese, Sapienza, Camon, De Carlo, Tamaro. La media tuttavia risulta alta perché nella minoranza sopra la media vi sono alcuni autori con indici specialmente elevati: Gadda 41,82, Gorresio 40,25, Magris Danubio 42,28, Consolo 40,72, Magris Microcosmi 40,08.

Anche sotto questo profilo i dati inducono a cogliere di nuovo una propensione già rilevata. Meglio che ricorrendo al lessico più usuale, alle parole comuni e ben note e alla loro callida iunctura, non pochi scrittori italiani cercano di guadagnare la calliditas attraverso scelte lessicali scostate dall’uso più comune. Tuttavia, come mostrano le due salienti caratteristiche del periodare, la snellezza delle frasi e il largo ricorso a frasi nominali, gli scrittori sono ben attenti all’uso comune che si è andato affermando. Un segno di attenzione è la già sottolineata apertura ad accogliere quegli elementi dialettali che, contro le ripetute e finora fallaci profezie di morte dei dialetti, hanno continuato e continuano a circolare vivacemente nella realtà italiana. Questa attenzione ha anche una dimensione che possiamo definire metalinguistica. E cioè essa è fatta non solo di accoglimento e uso di parole di questo o quel dialetto, ma di una marcata sensibilità a dar conto di quanto i dialetti e il “controcanto dialettale”, di cui parlò una volta per sé Montale, ancora danno al comune parlare. Qui pare esservi la radice della ripetuta caratterizzazione e localizzazione di pronunce, intonazioni, calate, cadenze, accenti dei personaggi. Nella percezione dei nostri scrittori il cammino linguistico unificante di questi decenni non ha cancellato la varia realtà espressiva dell’Italia delle Italie.

Tullio De Mauro
Roma, 25 aprile 2007

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