Poveri e semplici
Poveri e semplici è, nei territori di Ortese, un’endiadi molto più problematica che in altri suoli letterari: un prestito evangelico piuttosto che una definizione sociale, i poveri non sono solo gli economicamente sprovvisti ma coloro che non hanno preso contatto con la materia. La vicenda è ambientata al Milano, la Grande Milano, che la scrittrice definisce come il rovescio di Napoli: è la città in cui è previsto che non il silenzio e il sonno ma la voce e la veglia della ragione siano destinati a trionfare. Per questo è una città che la scrittrice ha ambito raggiungere, nella quale ha cercato la vita civile che il Sud abbandonato del dopoguerra le negava, ha tentato l’impegno politico e professionale, ha inseguito la partecipazione. Poveri e semplici è un lungo addio alla ragazza di rischio e di speranza che era stata al suo arrivo a Milano, come la protagonista del romanzo Bettina, che si muove con grazia e goffaggine nel gruppo di intellettuali e artisti e comunisti che costituiscono il coro del romanzo.