Il dolore perfetto
È da un sud remoto, da una Sapri ancora fresca delle utopie e delle ferite del Risorgimento che arriva a Colle, in Toscana, il Maestro. Un giovane anarchico meridionale riservato, severo, che emigra da una civiltà contadina arcaica e immobile verso un’altra apparentemente identica: presto, però, questo giovane uomo animato dalla fede nell’utopia si rende conto delle differenze.
È in questo luogo, reale e fiabesco insieme, che il Maestro unisce la sua vita a quella della vedova Bartoli – che gli darà tanti figli, segnati da nomi emblematici come Ideale, Mikhail, Libertà e Cafiero e che lo sosterrà con il suo amore anche quando verrà il tempo della lotta, della fuga, dell’esilio -, ed è in questo luogo che si svolgono le vicende della famiglia Bertorelli, i commercianti di maiali che da generazioni portano i nomi degli eroi dei poemi omerici e leggono l’Iliade e l’Odissea la sera attorno al fuoco oppure nelle aie e nei cortili. Diverse e molteplici sono le trame che si intrecciano a partire da queste passioni, da queste famiglie: dalla Toscana alla Svizzera fino in Oriente, dalle cannonate di Bava Beccaris alla fine della Seconda guerra mondiale, dal sogno socialista a quello della macchina per il moto perpetuo, gli indomiti e indimenticabili personaggi di questa saga attraversano l’intera storia d’Italia. Non è la storia della politica, naturalmente, dei trattati e dei grandi eventi, ma i grandi eventi ci sono tutti. E non descritti per quel che furono ma per quel che fecero – male, di solito – alla gente.